2018
“Carceri, ciò che occorre è l’amnistia di sfoltimento”
Studio Legale Gerardi / 0 Comments /Nuovo Corriere Nazionale 13 dicembre 2018
di Liliana Chiaramello
L’Intervista. L’avvocato Gerardi dopo gli altri due suicidi di ieri. “Di Maio vuole costruire nuovi carceri, ma serve un’altra cosa”. “Oggi non vengono garantite neppure le condizioni di vita di un porco”
Ieri, mentre si aveva notizia di altri due suicidi all’interno delle carceri – per un totale di 63 dall’inizio dell’anno- il vicepremier Luigi Di Maio sosteneva, in occasione della presentazione del dl Semplificazioni, che “solo costruendo nuovi istituti penitenziari si può pensare di ristabilire condizioni di vita carceraria umanamente accettabili”.
È davvero così? Siamo in grado di costruire edifici a norma in poco tempo e nel totale rispetto delle regole della comunità europea? Ne abbiamo parlato con l’avvocato Alessandro Gerardi, esperto di diritto penitenziario.
“Quello che il governo dovrebbe fare in questo momento – afferma l’avvocato Gerardi – è un’altra cosa. Avrebbe cioè il dovere di affrontare un tema che non è né di oggi né di domani, ma di ieri: ristabilire la legalità interna e quella internazionale nel nostro sistema penitenziario così da evitare che il carcere continui ad essere – anziché strumento di punizione – strumento di crimine, perché esso stesso eretto a violazione – resa tangibile – di prescrizioni interne e internazionali”.
Si spieghi meglio…
“Mettiamo per un attimo da parte le grandi utopie o le grandi prospettive, i piani di rieducazione o l’inseguimento di miti – miti consolatori, della serie ‘dobbiamo rieducare, dobbiamo pensare a ristrutturare in funzione di dare una nuova chance a chi ha scontato una pena’ – e preoccupiamoci piuttosto di avere un approccio più umile al problema carcerario. Preoccupiamoci innanzitutto di dare un letto a tutti, perché ci sono carceri dove il letto è sostituito da un materasso sul pavimento; preoccupiamoci di dare spazi adeguati ad ogni singolo detenuto, visto che ancora oggi ci sono carceri dove le persone recluse hanno a disposizione appena un metro e mezzo di superficie calpestabile , motivo per cui non si può stare tutti in piedi nella stessa cella; preoccupiamoci del fatto che ci sono ancora celle prive di finestre, di acqua, di bagni a norma o di qualsivoglia servizio”.
Quindi, secondo lei, invece di costruire nuove carceri andrebbero innanzitutto ristabilite le condizioni di vivibilità in quelli già esistenti?